Se si va a curiosare nell’armadietto dei medicinali di primo soccorso che si tiene usualmente in casa, con tutta probabilità vi si potrà trovare all’interno almeno un prodotto contro disturbi comuni, per esempio mal di testa, mal di gola, febbre, dolore muscolare, mal di denti, mal di schiena, dolori articolari o mestruali, influenza o raffreddore. Solitamente, i principi attivi contenuti in questi medicinali appartengono alla classe dei farmaci antinfiammatori non steroidei, anche conosciuti come FANS.

Questa categoria di farmaci, infatti, risulta utile nel trattamento dei sintomi di un ampio ventaglio di disturbi comuni in quanto, come dice il nome, svolgono un’azione antinfiammatoria, cioè sono utili nei casi in cui si verifica un’infiammazione, che è una reazione che il corpo umano attiva per difesa in molteplici situazioni.

L’infiammazione, infatti, altro non è che un processo che rientra nella cosiddetta risposta immunitaria innata, ovvero fa parte della prima linea di difesa che l’organismo attua per salvaguardare la propria salute e il proprio benessere, in maniera immediata e indiscriminata, contro qualsiasi agente o stimolo estraneo e nocivo, che sia infettivo (come un virus o un batterio) o meno (come un danno tissutale di origine chimica o fisica).

In breve, in tale situazione, si attivano una serie di reazioni che servono per attirare, verso la zona interessata, cellule e molecole del sistema immunitario chiamate a eliminare gli agenti estranei, a raccogliere i detriti delle cellule morte e a iniziare i processi di riparazione e guarigione. Tali reazioni, che comprendono un aumento del flusso sanguigno e della permeabilità dei vasi, producono la comparsa di cinque segni caratteristici del processo infiammatorio: calore, rossore, gonfiore, dolore e alterazione funzionale dell’area lesa.

La comparsa dell’infiammazione è immediata e può durare pochi giorni (acuta) o alcune settimane (subacuta) ma, se non si risolve, può anche diventare cronica e permanere per mesi o anni. La risposta infiammatoria è generalmente benefica, ma se non viene controllata e regolata può quindi diventare dannosa. È qui che entrano in gioco i farmaci antinfiammatori.

Vediamo insieme come funzionano in particolare gli antinfiammatori non steroidei, quando e come è meglio assumerli, in particolare per il trattamento sintomatico delle malattie più comuni delle alte vie respiratorie.

 

Antinfiammatori non steroidei (FANS): cosa sono

Come abbiamo già avuto modo di ricordare e come rivela il loro nome, gli antinfiammatori sono farmaci utilizzati per ridurre un’infiammazione. Se ne distinguono due tipi:

  • gli steroidei, noti anche cortisonici o corticosteroidi perché hanno una struttura chimica analoga a quella dei corticosteroidi naturali (gruppo di ormoni prodotti dalle ghiandole surrenali con azione antinfiammatoria);
  • i – o FANS.

I cortisonici, per lo più disponibili su prescrizione medica, possono essere usati per trattare una vasta gamma di condizioni, tra cui malattie su base allergica (come l’asma, la rinite allergica, alcune forme di dermatite eccetera) e patologie autoimmuni (come il lupus o l’artrite reumatoide): risultano efficaci ma il loro uso, soprattutto se per un tempo prolungato e/o ad alti dosaggi, può comportare vari effetti indesiderati (come acne, aumento di peso, alterazioni della pelle, gonfiore, iperglicemia solo per citarne alcuni).

Qui di seguito, però, concentreremo l’attenzione esclusivamente sui FANS. Essi svolgono principalmente un’azione antiflogistica, vale a dire antinfiammatoria, ma presentano anche attività analgesica e antipiretica. Diverse sono le sostanze che rientrano in questa classe, così come numerose sono le formulazioni esistenti, che consentono differenti modalità di somministrazione: per lo più si prendono per via orale (sotto forma di compresse, capsule, sciroppo, spray, ecc.), ma non mancano quelli da assumere per via rettale (in supposte), da iniettare o, ancora, da applicare direttamente su pelle o mucose (creme, gel, colliri, schiume, ecc.).

I FANS agiscono in senso antinfiammatorio bloccando l’attività dell’enzima cicloossigenasi (COX), impedendogli di convertire l’acido arachidonico in altre sostanze, gli eicosanoidi, che a loro volta consentono il verificarsi del processo infiammatorio.

Ci sono due forme (isoenzimi) di cicloossigenasi che contribuiscono allo sviluppo della riposta infiammatoria:

  • COX-1, presente normalmente nella mucosa dello stomaco e dei bronchi, nel tessuto renale e nel sangue (piastrine);
  • COX-2, la cui produzione viene generalmente indotta durante la risposta infiammatoria, ma è fisiologicamente presente anche nel cervello, tessuto renale e testicolare e nell’endotelio.

La classe dei FANS comprende numerosi principi attivi, raggruppati in base alla loro struttura chimica e alla selettività della loro azione: la maggior parte di essi inibisce entrambi gli isoenzimi questo spiega perché l’assunzione di FANS può comportare danni collaterali a carico della mucosa gastrica, ai reni e al sistema cardiovascolare e perché la loro assunzione può essere associata a quella di farmaci gastroprotettori per la prevenzione della formazione di ulcere gastrointestinali.

I FANS sono utilizzati anche come antipiretici, cioè per abbassare la febbre, e come antidolorifici, per gestire il dolore di intensità bassa o moderata. Tali effetti dipendono in parte proprio dall’azione di contrasto alla produzione di eicosanoidi: alcune di queste sostanze (in particolare le prostaglandine), infatti, contribuiscono a innescare un aumento della temperatura corporea a livello dell’ipotalamo (un’area del cervello) e intervengono nella percezione del dolore.

 

Antinfiammatori non steroidei (FANS) per le vie respiratorie superiori

I FANS trovano ampio impiego nel trattamento sintomatico delle infiammazioni delle alte vie respiratorie (che includono le cavità nasali, i seni paranasali, la laringe e la faringe), negli adulti ma anche nei bambini. Parliamo di condizioni come il raffreddore, la rinosinusite, il mal di gola, la tonsillite, spesso di origine infettiva.

Per le forme di origine virale di solito non è generalmente prevista una cura specifica mirata ad eliminare la causa (cioè il virus), ma si possono assumere farmaci per contrastare i sintomi: l’assunzione di FANS, può rivelarsi utile, in particolare, per alleviare il dolore e la febbre. Con lo stesso scopo i FANS possono essere prescritti anche nelle forme di origine batterica, in associazione però agli antibiotici che vanno ad agire contro i batteri responsabili dell’infezione.

Nel caso in cui la diagnosi del medico abbia escluso la presenza di un’infezione batterica, si può fare ricorso a FANS in dosaggio da automedicazione, che possono essere acquistati in farmacia come prodotti da banco senza bisogno della ricetta medica. Come vedremo, l’automedicazione va fatta seguendo con cura le indicazioni presenti nel foglietto illustrativo che accompagna il farmaco.

 

Antinfiammatori (FANS): quando prenderli

Come anticipato, molti FANS sono disponibili senza ricetta in farmacia, mentre altri richiedono la prescrizione medica e, come tali, vanno assunti sotto controllo medico.

I FANS per automedicazione si assumono alla comparsa di disturbi di lieve entità, seguendo le modalità indicate sul foglietto illustrativo che accompagna la confezione (o l’eventuale consiglio del farmacista). Sullo stesso sono indicati anche eventuali alimenti o bevande da evitare durante la cura: solitamente è consigliata l’assunzione a stomaco pieno delle formulazioni orali, a protezione della mucosa gastrica.

È importante inoltre non modificare a proprio piacimento il dosaggio e assumere il farmaco per un tempo limitato. Un’assunzione di durata prolungata e/o ad alto dosaggio espone, infatti, a un maggior rischio di effetti collaterali da cui anche i FANS, come tutti i farmaci, non sono esenti. Tra i possibili effetti avversi (generalmente indicati sul bugiardino) ricordiamo: mal di stomaco, nausea, diarrea, sanguinamenti, ulcerazione dello stomaco o dell’intestino, reazioni allergiche, mal di testa, sonnolenza, vertigini. Più raramente, possono comparire problemi epatici, renali, cardiovascolari.

Se, quindi, dopo alcuni giorni di assunzione, il trattamento non porta a un miglioramento apprezzabile o addirittura i sintomi peggiorano o se compare una qualunque reazione avversa, è bene rivolgersi al proprio medico curante che potrà valutare se è sufficiente modificare principio attivo e/o dosaggio o se servono ulteriori analisi e accertamenti diagnostici e/o il ricorso ad altre opzioni terapeutiche.

La visita medica è importante anche nel caso in cui il disturbo appaia da subito serio (per esempio con dolore forte e insopportabile) o se si presenta ripetutamente nel tempo.

È inoltre meglio consultare il medico prima di ricorrere a un FANS, anche quando non richiede la prescrizione, in caso di:

  • età superiore a 65 anni
  • bambini o adolescenti al di sotto dei 16 anni, in quanto ci sono principi attivi per loro controindicati
  • gravidanza o allattamento
  • precedenti reazioni allergiche ai FANS
  • asma, ulcera, problemi epatici, renali, intestinali
  • problemi cardiovascolari o fattori di rischio cardiovascolare (diabete, pressione alta ecc.)
  • terapia con altri farmaci o integratori alimentari (a base per esempio di vitamine, minerali o altro), che potrebbero interagire con i FANS, con il rischio di maggiori reazioni avverse e/o di compromissione dell’efficacia terapeutica. Ciò vale in particolare se si prendono:
    • altri antinfiammatori, steroidei o non steroidei
    • anticoagulanti
    • alcuni farmaci usati come antidepressivi, tra cui gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (impiegati anche per altre patologie, come l’insonnia) e il litio
    • diuretici e altri medicinali per la pressione alta
    • ciclosporina (utilizzata per la cura di alcune condizioni autoimmuni)
    • metrotressato (per la cura dell’artrite reumatoide).

In questi casi, solo il medico ha gli strumenti e le competenze per valutare se somministrare o meno un FANS e quale o se optare per soluzioni terapeutiche alternative.