Gli streptococchi sono un ampio gruppo di batteri a forma di pallina od ovoidali (coccus), che tendono ad aggregarsi tra loro a formare coppie o catenelle ricurve più o meno lunghe (strepto, dal greco στρεπτός = ritorto, attorcigliato, pieghevole). Molti ceppi sono di interesse medico in quanto responsabili di numerose malattie, che possono colpire bambini, adulti e anziani. Le più diffuse sono la faringite, la tonsillite e la polmonite da streptococchi, mentre altre più severe e di difficile trattamento sono più rare e possono comparire come complicanze di queste ultime o in situazioni particolari.

 

Cos’è lo streptococco

Tutti gli streptococchi appartengo alla categoria dei batteri Gram positivi (Gram+), così definiti in quanto appaiono viola al microscopio, in seguito all’assorbimento del pigmento utilizzato per la cosiddetta “colorazione di Gram” (una tecnica che permette di distinguere la struttura della parete batterica e di orientare l’identificazione dei diversi ceppi).

In relazione alle loro modalità di crescita in laboratorio, al loro aspetto e alle caratteristiche molecolari, gli streptococchi sono stati classificati in diversi sottogruppi. Quelli che possono avere un impatto sulla salute umana e animale sono soprattutto gli streptococchi del Gruppo A e del Gruppo B, che possono essere a-emolitici o ß-emolitici (dove alfa- e beta- non si riferiscono al gruppo di appartenenza, ma alla capacità dei diversi ceppi batterici di produrre tossine capaci di distruggere i globuli rossi in modo distintivo, quando coltivati in laboratorio su piastre di agar-sangue).

A questi, si aggiungono gli streptococchi del Gruppo D (che fanno parte del genere degli enterococchi, di norma ospitati nell’intestino senza problemi, ma talvolta responsabili di infezioni severe del sangue, del cuore, dell’addome, delle vie urinarie e delle meningi, come nel caso di Enterococcus faecalis) e gli streptococchi Viridans (un gruppo, ospitato in bocca, generalmente innocuo, ma che può talvolta causare carie dentale, infiammazione gengivale e ascessi oppure entrare nel circolo sanguigno e causare endocardite in individui immunocompromessi).

In funzione del gruppo di appartenenza e dello specifico ceppo, i diversi streptococchi possono convivere sulla pelle o sulle mucose dell’uomo come batteri commensali, senza causare disturbi di alcun tipo, oppure essere all’origine di un ampio spettro di malattie, più o meno gravi, anche in relazione all’età, allo stato di salute generale e alle caratteristiche del singolo individuo.

Le principali malattie causate dagli streptococchi del Gruppo A comprendono:

  • faringite/tonsillite streptococcica, causate soprattutto da Streptococcus pyogenes ß-emolitico e il cui sintomo tipico è un mal di gola severo che colpisce soprattutto i bambini e gli adolescenti
  • scarlattina, una malattia esantematica contagiosa, caratterizzata da febbre e rash cutaneo, indotto dalle tossine prodotte dallo streptococco
  • impetigo, un’infezione della pelle contagiosa che colpisce principalmente i bambini tra 2 e 5 anni e che interessa soprattutto la cute del viso e degli arti; oltre che da streptococchi del Gruppo A, la malattia può essere causata anche dallo Staphylococcus aureus

Raramente, se non trattate, le infezioni provocate da Streptococchi del Gruppo A possono comprendere:

  • febbre reumatica, una malattia infiammatoria a carico di cuore, articolazioni, sistema nervoso e tessuto sottocutaneo, che può insorgere come reazione anomala del sistema immunitario 1-5 settimane dopo una faringite streptococcica, la scarlattina o l’impetigo non trattate correttamente e che può determinare danni cardiaci permanenti
  • sindrome da shock tossico, reazione sistemica grave e potenzialmente letale innescata dalle tossine prodotte dagli streptococchi; può insorgere in presenza di ferite infette o, come complicanza di un intervento chirurgico
  • cellulite e fascite necrotizzante, infezioni che causano la degenerazione della pelle e del tessuto sottocutaneo; la fascite necrotizzante è rara, ma potenzialmente letale se non trattata rapidamente con antibiotici.

Gli streptococchi del Gruppo B causano principalmente infezioni in età neonatale in quanto le donne in gravidanza possono risultare “portatrici sane” e trasmettere l’infezione batterica durante il parto. Le principali malattie associate a questo gruppo batterico comprendono:

  • polmonite
  • meningite (infezione delle membrane protettive che rivestono il cervello e il midollo spinale)
  • osteomielite (infezioni di ossa o articolazioni)
  • infezioni batteriche del sangue (batteriemie)
  • sepsi (reazione infiammatoria repentina molto grave diffusa a tutto l’organismo, spesso letale, soprattutto nei neonati).

Per diagnosticare un’infezione da streptococco del Gruppo B asintomatica nelle donne in gravidanza esiste un apposito test di screening. In caso di positività, la donna deve essere trattata con antibiotici somministrati per via endovenosa durante il parto, per evitare che il neonato sia contagiato.

Tra gli adulti, le infezioni da streptococchi del Gruppo B sono molto rare, ma diventano più frequenti e rischiose dopo i 65 anni e nelle persone immunocompromesse o rese fragili dalla presenza di altre malattie. In questi casi, i batteri possono causare una grave infezione dei reni (glomerulonefrite acuta) e delle vie urinarie, batteriemia, infezioni della pelle o polmonite.

Gli streptococchi del Gruppo D, che come già accennato fanno parte del genere degli enterococchi, tipicamente causano:

  • infezioni delle vie urinarie
  • batteriemia
  • endocardite
  • infezioni intra-addominali
  • infezioni a carico di ferite, ulcere ecc.

Le specie che più spesso causano infezioni sono Enterococcus faecalis ed Enterococcus faecium. Tra i fattori che aumentano il rischio di infezione da enterococchi ricordiamo lunghi periodi di degenza ospedaliera, l’utilizzo di cateteri, la compromissione del sistema immunitario e l’età avanzata.

Lo pneumococco, o Streptococcus pneumoniae, è invece un batterio molto diffuso che può causare diverse infezioni, anche gravi, in particolare:

  • polmonite
  • otite
  • sinusite
  • meningite.

Il rischio di sviluppare un’infezione pneumococcica è maggiore nei bambini al di sotto dei due anni di età e negli adulti al di sopra dei 65, oppure in presenza di particolari patologie, come per esempio malattie croniche cardiache, polmonari o renali, diabete, ecc. Inoltre, ad aumentare il rischio può essere anche l’abitudine al fumo di sigaretta e l’abuso di alcol.

Infezioni da streptococco di gruppo A e pneumococco: sintomi

I sintomi delle infezioni da streptococco dipendono dal gruppo di appartenenza del batterio all’origine dell’infezione, dal ceppo, dalla parte del corpo colpita e dalla specifica malattia determinata.

In particolare, considerando le patologie indotte dagli streptococchi del Gruppo A, si possono osservare i seguenti segni e sintomi.

Faringite/tonsillite streptococcica

  • mal di gola intenso, a rapida insorgenza
  • dolore alla deglutizione
  • ingrossamento delle tonsille
  • comparsa di placche biancastre sulla mucosa arrossata della gola
  • febbre alta
  • ingrossamento dei linfonodi del collo
  • a volte, specie nei bambini, mal di testa, mal di stomaco, nausea e vomito.

Scarlattina

  • intenso mal di gola/faringe molto arrossata
  • febbre alta associata a brividi
  • rash cutaneo arrossato, fastidioso, diffuso su tutto il corpo
  • patina biancastra sulla lingua, che ricopre rilievi arrossati (lingua a fragola)
  • ingrossamento dei linfonodi del collo
  • mal di testa e dolori diffusi
  • dolore addominale, nausea e vomito.

Impetigo

  • vescichette cutanee arrossate e traslucide, ripiene di liquido/pus, che poi si rompono dando luogo a crosticine giallastre
  • prurito nelle zone colpite (principalmente, bordi di naso e labbra; braccia e gambe).

Le infezioni causate dallo pneumococco sono invece rispettivamente caratterizzate da:

Polmonite

  • febbre e brividi
  • tosse
  • respiro accelerato o difficoltoso
  • dolore al petto

Meningite

  • rigidità del collo
  • febbre
  • mal di testa
  • fotofobia
  • stato confusionale

Otite media

  • dolore all’orecchio
  • arrossamento e gonfiore del timpano
  • febbre
  • sonnolenza

Sinusite

  • mal di testa
  • naso chiuso e che cola
  • perdita dell’olfatto
  • dolore o sensazione di pressione al viso.

 

Infezioni da streptococco: cause

Le cause che possono portare a essere interessati da un’infezione da streptococco sono numerose e diverse in relazione al ceppo batterico, alla sua via di trasmissione da persona a persona, ai fattori che ne facilitano la crescita in un tessuto dove è generalmente ospitato come batterio commensale innocuo o il suo trasferimento nel sangue e in altri organi.

Per gli streptococchi del Gruppo A che causano faringite/tonsillite (ed eventuali complicanze successive), la principale via di trasmissione è rappresentata dalle goccioline di saliva (droplets) emesse da una persona infetta mentre parla, respira o tossisce oppure dal contatto diretto con le secrezioni salivari o il muco nasale (per esempio, stringendo la mano alla persona infetta dopo che si è toccata il naso o la bocca). In una minoranza di casi, il contagio può avvenire anche attraverso oggetti (bicchieri, posate ecc.) o alimenti contaminati dallo streptococco (per esempio, perché maneggiati da una persona infetta).

Anche l’impetigo può essere trasmessa per contatto diretto con le secrezioni o con le crosticine giallastre che si formano sulla pelle dei pazienti dopo la rottura delle vescicole ripiene di liquido o pus.

La fascite necrotizzante è generalmente determinata dall’ingresso nei tessuti sottocutanei dello streptococco presente nell’ambiente, in occasione di ferite abbastanza profonde o di incisioni chirurgiche. Tuttavia, in alcuni casi, per ragioni non note, questo tipo di infezione cutanea può insorgere anche in seguito a una contusione che ha prodotto soltanto un ematoma, senza ledere la pelle.

Le cause che portano allo sviluppo di cellulite non sono invece chiare, ma è accertato che questa infezione non è contagiosa.

Neanche le cause all’origine delle infezioni da streptococchi del Gruppo B sono chiare, dal momento che questi batteri risiedono abitualmente nello stomaco, nell’intestino e nell’apparato genito-urinario dell’uomo senza creare problemi e soltanto in alcuni casi si diffondono in altre parti dell’organismo, moltiplicandosi in modo incontrollato.

Inoltre, non è noto come gli individui con un’infezione da streptococco del Gruppo B possano trasmetterla ad altre persone. L’unico caso di contagio interumano accertato è quello che può avvenire tra la partoriente infetta e il neonato, se la donna non viene sottoposta a terapia antibiotica preventiva durante il travaglio.

 

Infezioni da streptococco: trattamenti

Per valutare il trattamento più idoneo è necessario, in primo luogo, arrivare a una diagnosi certa di infezione da streptococco, escludendo che il disturbo evidenziato dal paziente sia invece di natura virale. A questo scopo sono necessarie, in primo luogo, la raccolta della storia clinica del paziente e una valutazione clinica di segni e sintomi da parte del medico o del pediatra di fiducia, nel corso di una comune visita.

Per la conferma diagnostica, in caso di faringite/tonsillite di sospetta origine batterica, può essere effettuato un test rapido specifico per gli streptococchi, mediante un tampone faringeo. Se il test risulta positivo non è, di norma, necessario procedere con altri esami. In caso di dubbi, il medico può prescrivere altri esami di laboratorio e colturali, che in caso diano esito positivo permettono di identificare il ceppo responsabile dell’infezione e pianificare la terapia antibiotica più appropriata. Queste valutazioni sono importanti per ridurre il rischio di complicanze come la febbre reumatica e la scarlattina (oggi, fortunatamente molto meno frequenti rispetto al passato).

Va precisato, però, che la sola positività al tampone per lo streptococco non necessariamente implica l’avvio del trattamento antibiotico. Esistono, infatti, individui portatori sani del batterio che, pur risultando positivi, non hanno bisogno della terapia poiché non presentano alcun sintomo di faringite/tonsillite e hanno una probabilità molto bassa di trasmettere lo streptococco ad altre persone.

Se il medico sospetta che lo streptococco abbia causato una polmonite, vengono generalmente eseguiti anche una radiografia del torace e analisi del sangue. Queste ultime sono richieste anche in caso di sospetta batteriemia o sepsi, mentre per le infezioni urinarie si aggiungono test colturali sulle urine per rilevare la presenza dei batteri e caratterizzarli.

Una volta giunti a una diagnosi, come per ogni infezione batterica di una certa importanza, il trattamento delle infezioni da streptococco prevede l’impiego di antibiotici, che devono sempre essere individuati e prescritti dal medico dopo un attento inquadramento clinico e la valutazione del possibile ceppo responsabile.

Una volta accertato per esempio che si tratta di faringite/tonsillite o polmonite batterica meritevoli di trattamento, l’antibiotico può essere assunto per bocca, a domicilio, restando a riposo per aiutare l’organismo a contrastare l’infezione, ma senza necessità di restare a letto né isolati. Il paziente deve sempre attenersi al parere del medico riguardo i tempi e i dosaggi della terapia, anche se i sintomi scompaiono prima del termine del trattamento prescritto. Nei casi più gravi, invece, spesso necessario somministrare gli antibiotici per via endovenosa e associare altri farmaci e terapie di supporto, gestite da specialisti, durante un ricovero ospedaliero.

In caso di faringite/tonsillite, per offrire un ulteriore sollievo dal mal di gola, si può ricorrere a farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS), che agiscono contro febbre, dolore e infiammazione.

Dal momento che il mal di gola e le difficoltà di deglutizione possono impedire di nutrirsi in modo adeguato e che il trattamento antibiotico per diversi giorni può alterare il microbiota intestinale, interferendo con l’assorbimento di nutrienti essenziali per l’organismo, durante la terapia e per 1-2 settimane dopo la sua conclusione può essere utile assumere integratori multivitaminici e prodotti probiotici. Questi ultimi sono particolarmente utili in considerazione della loro efficacia dimostrata nella prevenzione della diarrea da antibiotici.

La terapia con farmaci antinfiammatori per bocca, in aggiunta alla terapia antibiotica, è sempre indispensabile per attenuare sintomi sistemici della febbre reumatica.